A Sighetu-Marmatiei, dove un ponte di legno degli anni ‘40 collega la Romania all’Ucraina

A Sighetu-Marmatiei, dove un ponte di legno degli anni ‘40 collega la Romania all’Ucraina, abbiamo visto con i nostri occhi come i profughi ucraini continuano ad arrivare mentre si lasciano alle spalle il suono grottesco e assordante delle sirene antiaeree. Quasi solo donne, bambini e anziani, gli uomini sono rimasti indietro a difendere il proprio paese.

Qui siamo stati testimoni di un grande sforzo di solidarietà europea. ‘Avete fatto di più per l’Ucraina nell’ultimo mese che negli ultimi 70 anni’ continuano a dire i profughi ucraini ai volontari rumeni che abbiamo incontrato o ai parlamentari di USR che ci stanno accompagnando.

In effetti non sono in campo solo il governo o le agenzie ONU ma tutta la società civile si è mobilizzata, aprendo le porte di chiese, case private, monasteri, offrendo passaggi in macchina o giocattoli per i più piccoli. Uno sforzo di solidarietà di cui l’Italia è parte attiva come vedremo presto all’hub di Suceava verso il quale ci stiamo dirigendo o in Moldavia dove un terzo delle attività dell’UNHCR sono finanziate dal nostro paese.

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