Questo è quello che Italia Viva chiede al Governo con i vari emendamenti presentati al Decreto Liquidità. Siamo molto soddisfatti che il Governo stia contemplando un rinvio dei versamenti fiscali - inclusi gli avvisi bonari – da giugno a settembre come da noi proposto. Ma occorre cancellare alcune tasse, non solo rinviarle, a cominciare dall’IRAP, l’unica imposta che le imprese italiane pagano sul fatturato e non sull’utile, i canoni di occupazione degli spazi pubblici (TOSAP, COSAP) per tutto il periodo dell’emergenza - compensando i comuni per il mancato gettito - e cancellando l’IMU e la TARI per i mesi di marzo e aprile. Occorre poi estendere fino a dicembre la moratoria sui mutui e sui prestiti e consentire una maggiore rateazione per i versamenti fiscali. Sarà un anno estremamente difficile per tantissime imprese, per questo proponiamo una nuova rottamazione delle cartelle fiscali e previdenziali.
Sul fronte del credito chiediamo al Governo di attivarsi a livello europeo per modificare la disciplina sugli aiuti di stato, il Temporary Framework, ed estendere il termine dei prestiti da 6 a 10 anni e di rilasciare la garanzia del 100% sui prestiti fino a 800 mila euro, una soglia permessa anche dalle recenti norme approvate a livello UE. Le imprese devono ottenere la liquidità rapidamente e senza burocrazia: deve essere consentito il ricorso all’autocertificazione per i prestiti di importo pari almeno a 100 mila euro. Per i prestiti fino a 25 mila euro le banche non devono tenere conto del merito creditizio. È veramente fondamentale che i nuovi prestiti garantiti arrivino alle imprese e all’economia: le banche non possono usare la nuova finanza per ripagare debiti o scoperti contratti prima della crisi da imprese, partite IVA, artigiani, PMI.