Mia interrogazione al ministro dell'Economia sulla tassazione di vantaggio per il "gioco online".
Ho chiesto al MEF quali iniziative urgenti intenda mettere in campo per correggere questa paradossale e ingiusta situazione di vantaggio fiscale per i concessionari di gioco online; se non si intenda portare a livello comunitario, per quanto di competenza, la questione delle particolari condizioni di privilegio fiscale vigenti a Malta per le società con business sul gioco d’azzardo nel web. Si tratta di un regime di vantaggio che sfiora il paradosso della illogicità ed è certamente ingiusto. Pressoché ovunque nel mondo le tasse più pesanti gravano su ciò che ha il maggior impatto sociale; la significativa eccezione è invece rappresentata dal gioco d’azzardo sul web. L’Erario ha incassato nei primi cinque mesi del 2018 « soli » 71 milioni di euro da chi gioca online, ovvero lo 0,75 per cento di un giro d’affari pari a 9 miliardi e 478 milioni di euro; un flusso di denaro che ha ritmi di crescita vertiginosi. Nel periodo gennaio-maggio del corrente anno si assiste ad un incremento delle scommesse del 18 per cento rispetto al medesimo periodo del 2017; risulta poi che Malta sia una specie di porto franco per i concessionari online di gioco d’azzardo: il 12 per cento del prodotto interno lordo maltese è dato dalle scommesse online e anche le autorità di monitoraggio valutario dell’Unione europea ammoniscono sul fatto che vi siano plausibili rischi di riciclaggio di denaro « sporco » e di elusione fiscale per mezzo di questo nuovo tipo di gioco d’azzardo; stante anche la situazione del bilancio dello Stato italiano, il mancato introito di tassazione dal gioco online, per giunta del tutto legale, è inaccettabile.