È stato approvato un emendamento a mia prima firma al decreto immigrazione che stabilisce che per i soggiorni di studio nel nostro Paese basta la dichiarazione di presenza invece del permesso di soggiorno per periodi inferiori a 150 giorni, invece di 90 giorni come previsto in precedenza.
Una correzione normativa a mio avviso di assoluto buon senso che semplificherà gli oneri burocratici a carico di decine di migliaia di studenti extra-UE che ogni anno vengono in Italia per un semestre di studio e al contempo decongestionerà il lavoro delle Questure che potranno dedicarsi ad altre mansioni più importanti. Una misura fortemente sollecitata dall’AACUPI, Association of American College and University Programs in Italy, associazione di cooperazione universitaria e culturale tra Italia e Stati Uniti con la rappresentanza di oltre 30 università americane presenti nella Penisola.
L'Italia, anche per progettare il suo rilancio post pandemia COVID19, deve rimanere un paese attrattivo per atenei e studenti stranieri, un’attrattività che passa anche dalla semplificazione e l’abbattimento di burocrazia inutile, a beneficio di città che ospitano campus di università americane ed extra-UE come Firenze, Roma, Venezia, Napoli, Milano.