Dichiarazione in Aula su comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del vertice europeo.

Signor Presidente! Signor Presidente del Consiglio! Onorevoli Colleghi! L’informativa del Governo riguarda, come saprete, il prossimo Consiglio europeo incentrato su migrazione, sicurezza interna, lo stato dei negoziati con il Regno Unito in vista della Brexit e lo stato di avanzamento dei negoziati sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria. In quanto migrante eletto da emigrati italiani, e in quanto cittadino italiano residente a Londra, mi sento particolarmente chiamato in causa. Presidente, sul tema Brexit, questo governo proclama a parole  di voler tutelare la comunità italiana del Regno Unito ma nei fatti il governo sembra distratto. Non è ancora stato nominato un nuovo responsabile di coordinamento interministeriale per la Brexit a Palazzo Chigi. Con il decreto sicurezza del Ministro Salvini verranno allungate di mille giorni o più il riconoscimento di un semplice matrimonio italo-britannico. Ogni giorno che passa, con lo stallo dei negoziati, cresce la probabilità che non si trovi un accordo tra UE e Regno Unito prima del 29 Marzo 2019. Cosa sta facendo il governo per prepararsi a questo scenario ? Sarebbe opportuno che il Governo prepari un piano di emergenza, come stanno facendo altri partner europei, la Francia in primis, per (1) facilitare il rientro dei connazionali che decideranno di lasciare il Regno Unito, (2)  garantire  i diritti dei cittadini britannici in Italia, (3)  chiedere la reciprocità al governo britannico per salvaguardare i diritti acquisiti degli oltre 700 mila italiani nel Regno Unito, (4) introdurre misure per assicurare la circolazione di persone e delle merci. Pensiamo, ad esempio, a una cittadina italiana che ha vissuto, studiato o lavorato nel Regno Unito, dobbiamo fare in modo che il suo titolo di studio venga riconosciuto in Italia così come la sua esperienza professionale e il riconoscimento della sua posizione previdenziale. In caso di accordo tutto questo sarà automatico, ma senza accordo serve una legge italiana. Londra, signor Presidente non lo dimentichi, è oggi la quinta città italiana. Ci aspettiamo più attenzione per gli italiani nel Regno Unito e in generale per tutti gli italiani all’estero. C’è un’Italia che vorrebbe tornare, accogliamola, estendendo le misure del controesodo e il regime dei lavoratori impatriati a tutti i lavoratori: non ci sono solo cervelli fuori d’Italia ma anche tanti cuori e tante braccia.

La scarsa attenzione del suo governo al tema Brexit sembra collegata a un ripensamento del governo di quali debbano essere i rapporti internazionali dell’Italia e dell’Europa. Un ripensamento intriso  di  un euroscetticismo miope,  che non guarda al bene dell’Italia e che come alternativa propone un allineamento internazionale con il gruppo di Visegrad e con la Federazione russa, tutto questo a scapito dell’Unione Europea. Pensiamo davvero di poter far da soli, di acquistare sovranità indebolendo l’UE ? E’ stare accanto alla Russia, Presidente, che ci farà giocare in serie A? Il sottosegretario Picchi ci ricorda, con una metafora calcistica, che se la Russia è Cristiano Ronaldo è preferibile averlo in squadra invece di averlo come avversario. Benissimo. Ma ricordiamoci che la Russia, è si un grande paese ma il suo Governo certo non brilla per il rispetto dei diritti umani né per il rispetto della sovranità sia dei suoi vicini che di altri nostri partner della Nato, come mostra il caso Skripal in Gran Bretagna. Sul lato africano invece le sue parole ci rifrancano, vedremo alla prova dei fatti quanto il suo governo riprendera’ la politica inaugurata dai governi precedenti. Troppo spesso purtroppo nella narrativa del suo Ministro Salvini sono le istituzioni europee o i nostri partner europei che vengono dipinti come antagonisti, per un bieco e misero calcolo elettorale, che guarda piu alle elezioni europee, che al bene dell’Italia e degli italiani. Ma  signor presidente, “Non c’è nessun nemico che ci ascolta”. Ma allora mi chiedo  dopo i no e l’antistorico sovranismo che si portano dietro: quale è l'orizzonte di questo confronto su cui il nuovo Governo può impegnarsi per il bene del Paese?

E’ fondamentale continuare sulla via dell’unione bancaria per recidere il circolo vizioso tra sistema bancario e debito sovrano. E dobbiamo partecipare al tavolo per modificare l’architettura attuale e avere strumenti migliori per affrontare la prossima crisi. Qui mi riferisco al bisogno di una politica fiscale europea, a un’indennità di disoccupazione europea, a un salario minimo europeo, solo cosi potremmo attivare politiche anti-cicliche e reagire agli shocks asimmetrici del futuro. Ma per avviare un dialogo di questo genere, che accomuna altri paesi membri e che cerca soluzioni europee per problemi europei, abbiamo bisogno di essere credibili e cooperativi. Potrà essere interlocutore cooperante e credibile il Governo Italiano se fa “saltare il banco”? Questa manovra sembra essere stata costruita apposta per essere bocciata dalla Commissione Europea e alimentare la propaganda elettorale che guarda alle elezioni europee del 2019, che capisco bene facciano gola quando si e’ alla ricerca di 49 milioni di euro.  Non è solo il metodo e l’assenza di un piano di rientro credibile del debito il problema, ma anche la composizione della manovra con pochissimi investimenti in infrastrutture, un misero +0.2% nel 2019, scuola, ricerca e transizione ecologica ma tanta spesa corrente finanziata a debito per poter finanziare mance elettorali.

Presidente Conte, lei dice anche che il governo vuole mantenere l’Italia nell’UE, nell’Euro e avviare un confronto per ridefinire le regole. Ci può spiegare nella sua replica come intende farlo, con quale credibilità, se le stime della sua manovra sono state bocciate dagli organismi indipendenti, se la manovra stessa è in piena contraddizione con le regole europee, se tra i riferimenti della sua maggioranza e del suo governo troviamo esponenti ‘NO Euro’ ? Come avviare questo dialogo ? Non è sicuramente con il piano B,  né con il cigno nero del Ministro Savona!

Da ultimo e non certo per importanza la sfida delle politiche migratorie, della quale abbiamo parlato tante volte, anche in questa Aula è il tema cruciale di questo consiglio. La descrivo così non è accettabile la doppia velocità lo abbiamo sempre detto, e con il Presidente Gentiloni e con il Ministro Minniti: una rigidità stretta quando si parla di politiche fiscali e una rigidità elastica, quando si parla delle politiche riguardanti scelte comuni di accoglienza per quanto riguarda i migranti e i rifugiati. Un'Europa a due diverse rigidità non è un'Europa che riesce a conquistarsi il consenso dei cittadini e dell'opinione pubblica. E voi di questo ve ne siete ampiamente giovati, non proponendo soluzioni comunitarie e facendo leva sulla paura degli italiani. Abbiamo bisogno di politiche migratorie comuni e questa non si raggiunge Presidente con lo scandalo della Diciotti, né con la criminalizzazione delle ONG, né tantomeno con chiusure dei porti che portano a qualche titolo di telegiornale in più, né con la chiusura degli Sprar, un modello di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo, come nel caso di Riace. Di fronte a certe prese di posizione e atti, non è possibile tacere!

Non esiste un'Unione che supera le proprie difficoltà se non accetta l'idea di condividere il peso della pressione delle politiche migratorie con tutti i membri dell'Unione. Ma l’atteggiamento del suo governo porta a poco. Mina la nostra credibilità e ci isola. La prova ci è stata dal precedentemente Consiglio europeo di giugno: lei è tornato a Roma a mani vuote. Il risultato del suo battere i pugni sul tavolo ha portato alla cancellazione della politica di ricollocamento dei migranti in altri stati membri: invece delle quote vincolanti di ricollocamento, il consiglio europeo ha preferito affidarsi al principio di volontarietà, un fallimento totale. Serve invece più Europa, Presidente, e un’Italia attiva nel migliorarla. Questa è la soluzione dei nostri problemi: una politica di asilo comune, una guardia costiera comune. Non cadiamo nel tranello del gruppo di Visegrad che il suo governo identifica come partner ideali ma sono i primi a rifiutare di prendere in carico quote di migranti mentre con l’altra mano prendono miliardi di aiuti strutturali europei. Il caso della revisione del Regolamento di Dublino è emblematico: a parole il suo governo dice di volerlo riformare - e questo è giusto, che i migranti vengano ripartiti tra i paesi membri in base al PIL e alla popolazione e non in base al principio di primo ingresso. Ma le forze della sua maggioranza nel parlamento europeo votarono contro, come nel caso del M5S o si astennero, come nel caso della Lega. Questa miopia è dovuta alla velleità di poter scindere gli interessi dell’Italia dagli interessi dell’Unione Europea. La stessa cecità che portò il governo Berlusconi a sottoscrivere il regolamento di Dublino, forse ipotizzando che i migranti sarebbero venuti soprattutto da Est e non dal sud dell’Unione. E invece presidente, l’interesse nazionale italiano coincide quasi sempre con l’interesse dell’Unione Europea. Certo, l’UE è un condominio da mantenere e da migliorare, la crisi ha mostrato, oltre a politiche per affrontare il fenomeno complesso dl immigrazione, e in campo economico come detto prima, ma per cambiare le regole servono credibilità e cooperazione. Proprio quelle che hanno permesso ai governi precedenti governi Renzi e Gentiloni di ottenere flessibilità per i nostri investimenti, come ha recentemente pubblicamente riconosciuto il vice-ministro Laura Castelli dicendo che il PD ha “fatto tanto e bene in Europa”. Presidente, le politiche del suo governo stanno dilapidando il patrimonio di credibilità accumulato a fatica negli anni scorsi isolando ancora di più l’Italia. Questo noi non lo possiamo accettare e per questo motivo il gruppo del partito democratico voterà contro la sua relazione di comunicazione al Consiglio europeo del 18 Ottobre.