Elezioni amministrative 2021: il centro-sinistra vince quando è riformista, il M5S crolla, i nazional-populisti non convincono
Elezioni sicuramente segnate da una bassa affluenza, che deve far riflettere, ma è un dato che comunque rimane nella norma se comparate agli altri grandi paesi europei. I dati indicano che le periferie, che nel 2016 avevano espresso un vero e proprio voto di protesta consentendo l’elezione della Raggi e della Appendino, questa volta non sono scese in massa rifiugiandosi nell’astensione, mentre nei centri storici, almeno a Roma, l’affluenza è stata superiore alla media cittadina.
Su 6 città, 3 vanno subito al centro-sinistra: a Milano, dove vince il buon governo e il riformismo di Beppe Sala, a Bologna e a Napoli, dove vince l’asse Manfredi-De Luca. Torino a sorpresa fa un buon risutato il candidato del centro-sinistra pro-TAV e anti-M5S Lorusso a cui facciamo gli auguri per il ballottaggio. Quando il centro-sinistra promuove profili riformisti e competenti semplicemente trionfa sul populismo becero di chi soffia sulla paura, l’invidia sociale o di chi ammicca ai movimenti No Vax.
M5S? Nein, danke. Il M5S crolla ovunque: a Napoli passano dal 50% delle politiche al 10%, al nord scendono a cifre da prefisso telefonico. Italia Viva addirittura elegge più consiglieri e sindaci del M5S mentre a Roma consegue un grande successo Carlo Calenda che sfiora il 20%, benchè fosse sostenuto da una sola lista composta da 3 partiti che insieme arrivano all’7% a livello nazionale (Azione, Italia Viva e +Europa), riportando più voti assoluti che tutti i voti espressi nei capolouoghi di regione al M5S, lasciando la sindaca Raggi quarta, forse il peggior risultato di sempre per un sindaco uscente (ma comunque un sorprendente 19% se si considera il numero di autobus in fiamme, le migliaia di buche, cinghiali e tonnellate di rifiuti che troviamo nelle strade della capitale). Una volta provati, i cittadini non votano più per i grillini: in questi anni troppa incompetenza, mancanza di visione (ricordatevi l’opposizione alle Olimpiadi di Roma o ai termovalorizzatori) e trasformismo (dal populismo al campo progressista per non parlare delle giravolte su TAP, TAV, condoni edilizi, Europa…). Finalmente chiudiamo il capitolo pietoso dei grillini al governo delle nostre città.
Rileviamo un buon risultato di Italia Viva e dei partiti riformisti in generale. A Roma i primi due consiglieri eletti della lista ‘Calenda Sindaco’ campioni di preferenze sono due brillanti iscritti di Italia Viva, i già assessori municipali Valerio Casini e Francesca Leoncini. A Milano i M5S sono fuori non solo dalla giunta ma anche dal consiglio comunale, mentre la lista ‘I Riformisti’ consegue un decoroso 4% dove la prima eletta è la mia collega di Italia Viva Lisa Noja. A Napoli la lista sostenuta da Italia Viva consegue il 5.5%, nei comuni dell’Abruzzo si attesta tra il 6 e il 10%. Il PD consegue un ottimo risultato, soprattutto a Milano e a Torino dove rappresenta un terzo degli elettori. Risultato deludente della Lega, che non supera mai il 10%, perfino a Milano (sotto 11%) malgrado la sempre osannata ‘capacità amministrativa’ dei leghisti. Anche FDI non brilla come ci si sarebbe aspettato: lo scarto tra Michetti e Gualtieri a Roma è minimo, e viene superato a Roma dalla lista ‘Calenda sindaco’, un risultato che spero possa avviare un percorso federativo delle forze riformiste per costruire un soggetto capace di concorrere elettoralmente contro i partiti sovranisti e populisti, un soggetto che sposi politicamente l’agenda Draghi e che metta al centro valori quali l’Europa, i giovani, il lavoro, gli investimenti, la sostenibilità, la competenza. Esistebuna prateria per questo soggetto, che va dal PD a una minoranza di Forza Italia passando per Italia Viva, Azione, +Europa, Base Italia di Bentivogli e i socialisti di Claudio Martelli.
Ora però ci sono ancora i ballottaggi, ed è fondamentale evitare che Roma finisca in mano alle destre, abbiamo già dato con Alemanno e di un signor nessuno come Michetti. Per questo motivo invito tutti i romani, a partire dai romani all’estero, a tornare per votare Roberto Gualtieri sindaco di Roma. Gualtieri è stato un ottimo ministro e ha combattuto strenuamente per i diritti che cittadini europei residenti nel Regno Unito come rappresentante speciale per la Brexit del Parlamento europeo. Diamo alla capitale d’Italia una guida competente e saldamente europeista come quella di Roberto. Scriviamo a tutti i nostri contatti per farli venire a votare al ballottaggio il prossimo 17 e 18 ottobre, non è ancora finita.