Che pena le immagini del #Sofagate. La Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen - la nostra Presidente, nostra non solo perché le abbiamo dato il nostro voto in Parlamento ma perché rappresenta tutti noi europei – costretta a sedersi su un divanetto in seconda fila mentre sulle poltrone di rango si siedono Erdogan e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Immagini che provocano rabbia, rabbia per come le istituzioni europee siano cascate nel tranello del sultano (per ingenuità a pensar bene, per malizia a pensar male), rabbia per la mancanza di galanteria ma soprattutto di acume politico del Presidente Charles Michel (che si trovava in Turchia proprio per protestare contro il recesso del governo di Erdogan dalla Convenzione di Istanbul) ma soprattutto per come l’Europa inter-governativa abbia letteralmente messo in secondo piano l’Europa comunitaria, facendo il gioco di chi vorrebbe una Europa debole, a partire dagli autocrati illiberali come Erdogan.
È un vero peccato che ieri mattina in aula alla Camera dei Deputati molti partiti italiani non abbiamo colto questo problema. Anzi, nel citare ‘ragioni di protocollo’ Forza Italia e Movimento 5 Stelle (forse nel tentativo di apparire come (neo) forze moderate? Chissà…) hanno di fatto minimizzato l’episodio e quindi implicitamente giustificato il comportamento del governo turco e di Charles Michel. In realtà oltre al tema della parità dei sessi, il vero tema politico è questo: i problemi che la nostra Unione ha attraversato in questi ultimi decenni nascono dalla natura inter-governativa delle nostre istituzioni europee, a partire appunto dal Consiglio, che quando non frena o rallenta il processo di integrazione europea, temporeggia, rimanda, insabbia, ostacola.
Noi questo nodo dobbiamo sciogliere, noi in quanto europeisti che credono fermamente che per assicurare prosperità e pace alla nostra gente occorra una maggiore integrazione dell’Unione su tutti i lati, dal fronte sociale a quello economico, da quello sanitario a quello fiscale. O l’Europa sarà una comunità democratica, basata su valori condivisi e una visione politica chiara comune, o non sarà. Se come UE intendiamo l’Europa degli stati, dei protocolli, della ragion di stato, del green&gender washing allora tanto meglio tenerci le Zollverein di epoca guglielmina. Questo è il vero nodo che dovrebbe sciogliere l’imminente Conferenza sul Futuro dell’Europa: da troppi anni l’UE non riesce a rispondere alle grandi sfide globali – migratoria, economica, ambientale, digitale per fare alcuni esempi – perché bloccata dalle sue istituzioni inter-governative.
Noi vogliamo che le istituzioni europee comunitarie non siano subalterne ma dominanti su quelle inter-governative: la prossima volta vogliamo Ursula sulla poltrona e Charles sul divanetto.