Oggi a Roma è una giornata bellissima. Dopo 5 anni di mal governo della Raggi, di rifiuti, di voragini e di bus esplosi in fiamme, nella nostra capitale tornano competenza e serietà con l’elezione a sindaco di Roberto Gualtieri e con il contributo fondamentale di Carlo Calenda, che al primo turno ha conseguito un risultato formidabile.
Perché la politica è una cosa seria, non si improvvisa. Vince il merito, l’impegno, lo studio, la capacità di ascoltare e di proporre soluzioni concrete. Perdono le ideologie, gli slogan, i teorici della decrescita felice. Vince una visione europeista di sviluppo inclusivo, perdono i tribuni e gli apprendisti stregoni che soffiano sulla paura e le divisioni. Vince il riformismo, perde il populismo.
Crolla il M5S, perde la destra sovranista, sia quella verde che quella nera. Idem a Torino dove vince Lo Russo, un sindaco riformista pro-TAV e allergico al M5S.
Il dato dell’affluenza è preoccupante e deve farci riflettere, soprattutto delle periferie, che vanno recuperate, anche se in linea con i maggiori paesi europei.
Le elezioni amministrative sicuramente c’entrano poco con le politiche, ma la proposta nazional-populista subisce una dura battuta d’arresto, anche grazie al governo Draghi e al Next Generation EU.
Oggi si festeggia.