Mia interrogazione al Ministro degli Esteri. Si raddoppi personale consolare in UK in vista della Brexit.

Secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni del capo negoziatore europeo per la «Brexit» Michel Barnier e dalle posizioni del Governo britannico, caratterizzate peraltro anche dall'acuirsi delle frizioni politiche interne, vi è la possibilità che i negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea si concludano senza un preciso accordo tra le due parti, ovvero con il cosiddetto «no deal» prima della data del 29 marzo 2019. L’attesa riunione del Consiglio europeo del 17 ottobre scorso sulla Brexit ha poi portato a un altro nulla di fatto. Questo scenario è estremamente preoccupante perché l’accordo UE-UK prevede, tra gli altri temi, la tutela integrale dei diritti acquisiti civili dei cittadini italiani ed europei residenti nel Regno Unito, indispensabili per lavorare, risiedere, curarsi.

Già da alcuni mesi si registrano poi, anche in previsione della rivoluzione Brexit e nonostante il gran lavoro degli uffici da poco rinforzati in altre unità di personale, lunghe attese e criticità nei servizi consolari, ad esempio per il rilascio di passaporti, documenti d’identità, naturalizzazioni per matrimonio, altre necessità. Per queste importanti ragioni ho appena chiesto al Ministro Moavero di raddoppiare per il biennio 2019-2020, data la straordinarietà e unicità del processo di Brexit dall’Unione Europea tutto il personale consolare presente in Gran Bretagna per risolvere il problema dell’inevaso e per affrontare le evidenti necessità future.