Dai media nazionali arrivano ogni giorno conferme di casi detenuti positivi in carcere. Un paradosso se pensiamo che le case circondariali dovrebbero essere, proprio per le loro caratteristiche, i luoghi più isolati e quindi più sicuri. il 10 settembre risultavano 11 poliziotti penitenziari e 10 detenuti positivi al virus. Dopo un mese, esattamente con i dati aggiornati ieri dal bollettino del DAP del Ministero della Giustizia, siamo giunti a 90 agenti penitenziari e 54 detenuti positivi.
Un balzo enorme nell’arco di un mese. A ciò si aggiunga che quasi la metà della popolazione carceraria nazionale è affetta da altre patologie: mentali, epatiche, sistemiche. Terni, Oristano, Avezzano, Roma i casi più recenti. Facile immaginare quanto sia alto il rischio di trasformazione degli istituti penitenziari in pericolosissimi focolai di Covid19: un incubo sia per i detenuti che per gli operatori. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione al Ministro Bonafede perché, si impari dagli errori del passato, e si agisca subito per evitare il peggio. Ci sono tante misure alternative al carcere il mio auspicio è che, in questa fase per i condannati non pericolosi, vengano utilizzate al meglio.