In Italia il cuneo fiscale, ovvero la differenza imposte e contributi previdenziali dovuti da imprese e lavoratori e la retribuzione netta del lavoratore, è ancora troppo alta. E va ricordato che negli ultimi 20 anni solo i governi Renzi – e ancor prima Prodi – hanno ridotto le tasse sul lavoro: mai i governi della Lega che anzi non hanno mai ridotto la pressione fiscale. Ogni azione che taglia questo pesante fardello è da accogliere con favore ma oggi ci troviamo davanti ad un nemico invisibile da combattere, come quello del COVID19 che porta con se una inevitabile recessione stimata a oggi tra i 6 e gli 11 punti di PIL di contrazione.
Ecco perché la proposta di Italia Viva è quella rinviare il taglio al cuneo fiscale al vaglio della Camera in queste ore - equivalente a 20 euro in più al mese per i lavoratori dipendenti - ma renderlo effettivo a gennaio 2021 invece di Luglio 2020. Si potrebbe così utilizzare il previsto risparmio di tre miliardi di euro a tutela del lavoro autonomo, partite IVA, professionisti iscritti a casse private, artigiani, categorie più esposte alla crisi che necessitano un sostegno ancora più forte degli interventi pianificati finora come l’indennità di 600 euro e l’accesso al fondo prima casa. Dopotutto siamo i figli di Enea e di Anchise: non dobbiamo lasciare nessuno indietro, specie se più vulnerabile. Le direttive del governo di queste settimane vanno in questa direzione, mentre nel mondo ci sono governanti che sospendono la democrazia, predicano l’immunità di gregge o chiedono ai loro cittadini di prepararsi alla perdita dei propri cari.
Qui il link al video del mio intervento in Aula: https://vimeo.com/402493039