Antonio Megalizzi era un giovane giornalista radiofonico che credeva fermamente nell’unità europea e che commentava lo stato dell’Unione Europea sulla sua radio, Europhonica. Antonio rappresenta quella generazione di giovani che vedono nell’Europa la loro casa naturale. Il suo lavoro paziente di divulgazione appassionata serviva a ricomporre le fratture tra istituzioni e popolo create dalle bugie consapevoli di chi ha lo scopo di disintegrare l’Europa. Antonio lavorava per costruire l’Europa dei diritti e della solidarietà, ma tale solidarietà non si può creare se le istituzioni rimangono scatole vuote: senza persone come Antonio il progetto della vera unità dell’Europa non potrebbe mai realizzarsi.
La sua morte non è stato un accidente. Chi ha sferzato la barbara offensiva che ha portato alla morte di Antonio e del suo collaboratore Bartek, non voleva semplicemente seminare il terrore ma colpire l’Europa nelle sue fondamenta, nel simbolo della pace e della democrazia della nostra Unione. È nostro dovere ricordare Antonio. È da parte di persone come lui che noi politici troveremo la forza di proseguire nel lungo cammino della costruzione dell’Europa unita. Antonio diceva che ‘La vita è troppo preziosa per non essere donata, che nulla muore e tutto dura in eterno’. Con questo spirito di servizio estremo, impegniamoci a ricordare Antonio per sempre e a farci guidare da lui nella costruzione di un’Europa sovrana, unita e democratica. Per questo motivo oggi la Camera ha approvato all'unanimità una mozione sottoscritta da tutti i partiti per istituire una borsa di studio in sua memoria, in presenza di sua madre e della sua ragazza. Un vero peccato osservare tanti banchi vuoti nei settori dell’opposizione.