Il Fisco italiano dopo aver attratto cervelli italiani e concesso le agevolazioni fiscali previste dalla legge per un totale di 4 anni cambia le carte in tavola, interpreta la legge in maniera restrittiva e punitiva e chiede il rimborso degli sconti fiscali concessi alcuni anni, applicando anche severe sanzioni. Che senso ha tutto ciò se non quello di far scappare di nuovo all'estero i nostri ricercatori e docenti? E' necessario un celere intervento amministrativo da parte delle autorità competenti e/o un intervento legislativo del Governo per sanare questa situazione e tutelare gli interessi dei nostri lavoratori rientrati in Italia.
Già nel 2010, su proposta del Pd, come legge bipartisan, il Parlamento aveva approvato la legge Controesodo, con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico, scientifico e culturale del Paese. Anche successivamente, i Governi italiani che si sono succeduti hanno previsto e concesso numerose agevolazioni fiscali a favore dei soggetti espatriati che trasferiscono la residenza in Italia per svolgervi un'attività di lavoro. Queste agevolazioni concepite per attrarre risorse umane in Italia e per far rientrare "cervelli" e lavoratori specializzati sono consistite nella riduzione dell'imponibile fiscale fino al 90%. La misura ha effettivamente attratto migliaia di lavoratori i quali sono rientrati in Italia anche in ragione del consistente sconto fiscale che spesso li ha convinti a lasciare attività e lavori gratificanti all'estero. Di tale questione se ne devono occupare con urgenza il Ministro Tria e il Ministro Bussetti.