Gli elettori svizzeri, secondi fonti governative federali elvetiche, hanno respinto, con un netto No, l'iniziativa referendaria “per un’immigrazione moderata” promossa dalla destra populista svizzera al fine di porre fine alla libera circolazione delle persone con l'Unione Europea. Se i sì avessero prevalso, Berna avrebbe avuto 12 mesi di tempo per negoziare un nuovo accordo con Bruxelles. Ma l'attuale accordo con l'Unione europea contiene anche una clausola in base alla quale la fine della libera circolazione avrebbe fatto saltare altri sei importantissimi accordi riguardanti tra le altre cose l'accesso delle imprese svizzere ai mercati europei o la libertà dei trasporti. Oggi è quindi una bella giornata per l’Europa e per la Confederazione Elvetica.
Anche gli svizzeri hanno la consapevolezza che con le sfide globali che abbiamo davanti chiudersi dentro muri di paura e xenofobia è una scelta miope. Mi rammarica il risultato del Canton Ticino secondo cui, in controtendenza con tutti gli altri cantoni del paese, i sì avrebbero la maggioranza: una risposta inspiegabile visto che la comunità italiana ticinese assieme ai frontalieri ha da sempre contribuito alla grande ricchezza di quel territorio. Infine, sarà mia cura interloquire nelle prossime ore sia con la Farnesina che la Missione diplomatica svizzera in Italia per capire di più circa quanto riportato poche ore dalla RSI - Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Pare si sia avviata un'accanita – forse pretestuosa - verifica su tutti i permessi di residenza o di lavoro rilasciati a italiani in Ticino. La polizia ha effettuato perquisizioni domiciliari, appostamenti, indagini sul passato dei possessori del permesso. Episodi da approfondire che, se mossi senza fondati motivi, sono intollerabili.