8 marzo 2020 e la lunga marcia verso la parità di genere.

Per celebrare l’8 Marzo pochi giorni fa alla Camera abbiamo approvato all'unanimità una mozione per promuovere la parità di genere e contrastare la violenza contro le donne. Negli ultimi anni è stato fatto molto – congedo obbligatorio per i padri, educazione alla parità dei sessi nelle scuole, divorzio breve, misure di sostegno alla maternità (anche se bisogna distinguere le politiche di uguaglianza tra i sessi da quelle per la famiglia!), quote nei CDA grazie alla legge Golfo Mosca – ma abbiamo ancora molto da fare in un paese dove le donne manager sono solo il 27% del totale, le donne in Parlamento il 31% e soprattutto di accesso al lavoro: in termini di occupazione femminile siamo ultimi in Europa dopo la Grecia mentre ben 35% delle donne tra i 15-24 anni sono disoccupate (una media europea del 14.5%; per i maschi 30%). In Italia una donna su tre lavora part-time, una scelta obbligata per il 60% dei casi e ancora troppo spesso le donne ricevono un salario ben inferiore ai loro colleghi uomini a parità di mansioni.

Dobbiamo continuare sulla via del contrasto alla violenza, anche nell'ambito famigliare strutturando percorsi di fuoriuscita dalla relazione: quando il partner violento detiene il potere economico troppo spesso le vittime sono costrette a fare ritorno a casa. La mozione impegna il governo a valorizzare le presenze femminili ad ogni livello, evitando che l’istruzione trasmetta un’immagine stereotipata della donna, rafforzando le iniziative per la parità tra i sessi e i diritti delle donne, l’accesso al mondo del lavoro, il contrasto alla differenza salariale tra uomini e donne, a prevenire ogni forma di violenza, anche quella economica, promuovendo la formazione sulla prevenzione.