"Anche io sono un cittadino italiano. Mi chiamo Giovanni, ho 84 anni e sebbene viva all’estero sono dovuto rientrare in Italia per completare un ciclo di cure. Da febbraio, quindi, sono tornato nel mio paese e nonostante io sia anziano, malato e a rischio non ho diritto a un vaccino, neanche nell’ospedale che mi segue sapevano darmi risposte.
Questa è la storia di Giovanni, una delle tante testimonianze che mi arrivano via mail. La prova che l’ordinanza emanata dal Generale Figliuolo è di importanza prioritaria.
Non possiamo accettare che i ritardi delle regioni nell’applicarla pesino sulla vita e sui diritti di migliaia di cittadini italiani: per questo stiamo lavorando a un emendamento che imponga un limite massimo per attuare l’ordinanza, entro 30 giorni dalla sua emissione tutti gli enti dovranno essersi dotati delle linee operative.
Vaccinare gli AIRE non è solo una questione di giustizia ma soprattutto di salute pubblica. Ora è il momento di fare in fretta, di tutelare la salute di tutti. In ogni regione.