All'Unione Europea serve un bilancio più ambizioso. Un bilancio che rilanci gli investimenti, nel rispetto dei valori europei, in un contesto di convergenza e armonizzazione tra i Paesi membri. La proposta di Charles Michel per il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) Europeo 2021-2027, a parte il giusto e lodevole impegno per la sostenibilità a cui dedica il 25% delle risorse, di un 5% in più rispetto al bilancio precedente è insufficiente e inadeguata per equipaggiare l’UE con gli strumenti necessari davanti alle sfide che la attendono. Ricerca, innovazione, agenda digitale, infrastrutture, difesa e sicurezza interna, fondo asilo e migrazione, lotta al cambiamento climatico sono i principali temi su cui si dovrà concentrare il lavoro della Commissione Von der Leyen.
L’Italia, lo ho detto poco fa al Presidente del Consiglio Conte, non accetti un accordo al ribasso non ceda nelle sue richieste su una più forte politica di coesione e un bilancio europeo più ampio. Occorre rivedere l’indice prosperità relativa nell'ambito degli investimenti a favore dell’occupazione e della crescita. Siamo infatti davanti a un momento cruciale della storia dell’Unione. Occorrono sforzi maggiori e lo dobbiamo far presente con forza a Bruxelles, forti della credibilità che abbiamo come Paese in quanto contributori netti e a seguito delle profonde riforme strutturali che abbiamo attuato negli ultimi anni.