Il 25 luglio è morto il novantaduenne presidente della Tunisia Beji Caid Essebsi. Fu eletto come Presidente della Repubblica dopo la rivoluzione del 2011 che cacciò Ben Ali, il 31 dicembre 2014. Fondatore di Nidaa Tounes, partito laico e progressista, è stato un elemento essenziale e garante per il mantenimento della calma in momenti di grande tensione per la Tunisia, come durante i tragici fatti di sangue del museo del Bardo e di Sousse. Essebsi aveva, tra le altre cose, peraltro origini sarde: i suoi avi furono rapiti e portati in Tunisia nell'Ottocento. La Tunisia è poi l'unico paese che ha attraversato le cosiddette "rivoluzioni arabe" senza crollare in violenze di piazza e riuscendo a darsi una nuova costituzione laica e innovatrice. L'Italia è poi oggi il secondo partner commerciale della Tunisia e ci sono inoltre centinaia di imprese italiane che operano in quel paese. Per molti tunisini il nostro Paese rappresenta la porta dell'Europa e permangono tante ragioni, economiche, strategiche e culturali che li spingono a guardare a noi.
Grande assente l'Italia fatta eccezione per la presenza, pare alquanto defilata, del nostro Ministro degli Esteri Moavero Milanesi. Spiace che il Premier Giuseppe Conte non fosse a Tunisi. Scelte strategiche e di sicurezza per il nostro Paese passano anche da gesti concreti e simbolici anche quando non alimentano la mera propaganda, motore e collante del Governo giallo-verde.