Basta IMU sulla prima casa per gli italiani all'estero.

Sto seguendo con attenzione in VI Commissione Finanze a Montecitorio l’iter della proposta di legge “Nuova Imu” che ha come obiettivo quello di unificare la disciplina dell’Imu e quella della Tasi e combattere la stratificazione normativa che ha portato pressoché alla sovrapponibilità delle due imposte. All’interno del provvedimento, che viene esaminato con tre proposte di legge trasversali Gusmeroli – Fragomeli - Cancelleri è mia intenzione trovare lo spazio perché questo sia l’ultimo anno in cui gli italiani all’estero hanno pagato l’Imu sulla casa di proprietà in Italia, così come si è impegnato a fare il Governo in Aula approvando, lo scorso 4 giugno, un ODG a mia prima firma.

Si tratta oltre che di una questione di equità anche di un beneficio per il Paese: gli italiani che, pur vivendo all’estero, mantengono il loro immobile in Italia svolgono poi una duplice funzione sociale. Da un lato generano un consistente indotto economico grazie al turismo di ritorno, dall’altro contribuiscono a contrastare i diffusi fenomeni di degrado architettonico e di abbandono degli immobili.

Per questo motivo vanno tutelati e agevolati con azioni concrete. Anche dal punto di vista fiscale. Argomenti e una posizione chiara, quella del PD, che è stata condivisa anche dall'Associazione Nazionale Piccoli Comuni in audizione questa settimana in commissione.