Troppo facile dire di volere l’esercito europeo e una politica comune di difesa e poi rifiutarsi di fare la propria parte.
Dal 2014 tutti i governi italiani hanno promesso e confermato il piano di aumentare le spese militari fino al 2% del PIL entro il 2024, un impegno preso in sede NATO e confermato anche dai governi di Conte durante i quali le spese militari sono aumentate del 17% tra il 2019 e il 2022.
Ora, pur di piantare una bandierina ideologica e raccogliere disperatamente qualche consenso, Conte si oppone mettendo a rischio gli impegni presi con i nostri alleati, la credibilità del nostro paese e il governo Draghi.
Basta ipocrisie, Conte non sia per Draghi il Turigliatto di Prodi.