Desertificazione del Sahel, uragani in Texas, dissesto ideologico in Italia: gli effetti del surriscaldamento globale sono evidenti e tocca alla politica trovare una soluzione. Un obiettivo ambizioso che è alla nostra portata e può essere raggiunto dalla COP26 che si sta tenendo a Glasgow.
È necessario limitare il riscaldamento del Pianeta ad un massimo di 1,5 gradi centigradi. Per farlo è necessario dimezzare le attuali emissioni di CO2 entro il 2030, da 50 giga-tonnellate a 25, e ridurle ulteriormente per il 2050. Viceversa, si rischia che il surriscaldamento climatico vada fuori controllo, con conseguenze catastrofiche per l’umanità.
Un primo importante risultato è stato raggiunto ieri. I leader di cento Paesi hanno siglato un accordo per fermare la deforestazione. Molto altro dev’essere però fatto: è necessario ridurre in modo consistente le emissioni di metano e la carbonizzazione della produzione d’energia.
La politica deve trovare un compromesso tra la salvaguardia ambientale e le legittime posizioni dei Paesi in via di sviluppo che chiedono di poter aumentare le proprie condizioni di vita. Unione Europea e Stati Uniti devono contribuire alla loro transizione ecologica, finanziando i progetti.