Qui il mio intervento completo in Aula lo scorso 22 aprile. Presidente, onorevoli colleghi, prima di iniziare, mi permetta di mandare un abbraccio virtuale a tutti i malati da Coronavirus che sono a casa o in ospedale e che soffrono, siamo con voi, e di ringraziare il personale sanitario, delle Forze dell'ordine, della filiera alimentare, dei trasporti, della distribuzione e anche il personale bancario, che in questo momento assiste chi sta facendo domanda per i prestiti di liquidità. Anche se il numero dei malati ha finalmente cominciato a scendere, non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Se il peggio in termini di allarme sanitario forse è alle nostre spalle, così non si può dire delle conseguenze economiche. Occorre agire velocemente per contenere il numero delle vittime della crisi economica.
Anche per questo motivo serve una strategia nazionale per una rapida riapertura del nostro sistema produttivo, una volta garantite le precauzioni di sicurezza, e per questo confidiamo nel lavoro della task force guidata da Vittorio Colao. Lo Stato da solo non può reggere per tempo indefinito tutta la nostra economia; sostenerlo sarebbe prendere in giro i nostri concittadini. Alcune cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto, soprattutto a giudicare dell'operato di alcune regioni e della confusione in certi frangenti, e per questo motivo sarà opportuno, una volta conclusa la fase dell'emergenza, indagare seriamente su cosa è andato storto, per evitare che si ripeta in futuro, anche con l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare.
Detto questo, Presidente, mi lasci dire che io sono orgoglioso del nostro Paese per come ha risposto alla crisi, un Paese che ha raddoppiato in un solo mese i posti letto nelle terapie intensive in tutta la penisola e dall'immediata e disciplinata adesione degli italiani nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, privandosi delle loro libertà più essenziali pur di proteggere gli elementi più vulnerabili della nostra società, mentre nel mondo c'erano capi di Governo che invocavano l'immunità di gregge.
Oggi siamo qui per valutare il “decreto Cura Italia”, la prima risposta in campo economico alla crisi del Coronavirus, un provvedimento che stanzia 25 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare, di cui quasi 4 miliardi per la sanità, 11 miliardi per il lavoro, per sostegno di cassa integrazione e indennità per i lavoratori autonomi, voucher per le baby-sitter e congedo retribuito parentale. Quasi 7 miliardi di euro, invece, vanno a sostegno della liquidità delle imprese, misure poi che sono state ampliate dal “decreto liquidità”. Ci sono anche importanti elementi di aiuto fiscale: il rinvio dei versamenti di tasse e tributi per 600 milioni di euro. Insomma, un decreto omnibus di entità pari quasi alla legge di bilancio 2020, che era di 30 miliardi di euro. Andiamo nello specifico, è importante, secondo me, Presidente.
Sul fronte sanitario, si provvede alle risorse per potenziare le terapie intensive, assumere personale medico straordinario, inclusi i medici stranieri che sono presenti sul territorio italiano; facilitare l'acquisto, la produzione e la distribuzione dei dispositivi individuali di protezione, anche tramite contributi erogati alle imprese per mettere in sicurezza i propri dipendenti e sanificare gli ambienti di lavoro.
Sul fronte dei lavoratori, vengono finanziate nove settimane di cassa integrazione, che viene estesa in deroga anche alle aziende con pochi addetti, in concerto con le regioni, per quei settori dove non si può ridurre l'orario di lavoro.
La proattività della Ministra Elena Bonetti ha permesso al decreto di introdurre programmi essenziali per le famiglie a seguito della chiusura delle scuole, quali il congedo parentale retribuito, i buoni per il baby-sitting, raddoppiati per le famiglie degli operatori sanitari; due misure essenziali per evitare che i figli rimangano a casa con i nonni, rischiando di esporli ancora di più a rischio di contagio.
Per i lavoratori autonomi è invece prevista l'erogazione di un'indennità di 600 euro, partite IVA e artigiani. Si promuove il lavoro agile, reso obbligatorio per i lavoratori dipendenti portatori di disabilità o con familiare portatore di disabilità, e vengono inoltre accantonati 300 milioni di euro per il reddito di ultima istanza, per elaborare nuove forme di sostegno per chi perde il lavoro a causa del COVID-19.
Sul fronte delle imprese viene rifinanziato il Fondo di garanzia per le PMI per 1,5 miliardi di euro, le cui risorse, oltre alle garanzie sui prestiti bancari per garantire liquidità, potranno anche essere usati per sospendere i pagamenti di prestiti e mutui delle PMI fino al 30 settembre di quest'anno. Si concede inoltre un credito di imposta del 60 per cento per le spese d'affitto a botteghe e negozi per il mese di marzo.
Per ridurre le spese di chi ha visto il proprio reddito contrarsi, si introduce la possibilità di moratoria dei mutui prima casa, una possibilità che viene estesa anche ai lavoratori autonomi, in deroga al regolamento del Fondo prima casa, il Fondo Gasparrini.
Sul fronte delle imposte, si sospendono i versamenti fiscali, i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali, i premi dell'assicurazione obbligatoria per i settori più colpiti dalla crisi, versamenti che potranno poi essere saldati in cinque rate. Vengono sospese tutte le attività degli enti impositori, i versamenti dei carichi affidati alla riscossione e i versamenti del settore del gioco pubblico.
Infine, sul fronte della scuola, a sostegno della didattica a distanza, vengono stanziati 85 milioni di euro per l'acquisto di dispositivi informatici.
Nel settore della giustizia si sospendono tutte le attività giudiziarie e si introduce la modalità a distanza; si allocano fondi al sistema penitenziario per gestire l'emergenza COVID-19 e ridurre il sovraffollamento mediante un ricorso alla detenzione domiciliare.
Per il mondo dello spettacolo e del cinema vengono accantonati 130 milioni di euro per un fondo emergenze, mentre per il settore del trasporto aereo vengono stanziati 700 milioni di euro, di cui 500 milioni per Alitalia.
Vengano sospesi i versamenti dei prestiti erogati dal MEF e CDP agli enti locali.
Il Senato ha migliorato il testo, Presidente, introducendo una serie di misure, come, per esempio, il fondo per i familiari degli operatori sanitari alle prese con il COVID, il rifinanziamento del fondo SIMEST, per sostenere le nostre esportazioni, il blocco degli sfratti e pignoramenti per sei mesi, la sospensione dei mutui per le vittime dell'usura, il rinvio dei termini per la dichiarazione precompilata al 30 settembre, l'istituzione di un tavolo sulla crisi del turismo, la profilassi per le forze dell'ordine e l'estensione della carta famiglia anche alle famiglie con un solo figlio. Presidente, mi rendo conto che è un elenco lungo, ma è importante mostrare, informare i cittadini sull'entità, l'ampiezza e la complessità delle misure inedite che si stanno mettendo in piedi a protezione della nostra salute, dei lavoratori e delle imprese.
Ci sono però vari fondi sui quali occorre intervenire a partire dai prossimi provvedimenti, ed è davvero un peccato non essere riusciti in questa fase qui alla Camera a introdurre almeno un minimo di proposte emendative, anche solo di ordine ordinamentale. Spero che il Governo convenga nell'agire al più presto nei prossimi provvedimenti sui fondi su cui occorre intervenire.
Innanzitutto occorre estendere la platea del reddito di ultima istanza o di emergenza anche alle categorie finora escluse, a partire dai tirocinanti extracurricolari, gli stagisti, per definizione lavoratori precari spesso giovani e giovanissimi; almeno per quelli che devono pagarsi l'affitto, onde evitare che la crisi cancelli con un colpo di spugna la tanto sudata e guadagnata autonomia ed emancipazione. Occorre estenderlo anche alle badanti, alle colf, e permettere ai professionisti che ricevono una pensione d'invalidità di poter richiedere l'indennità all'INPS, la stessa INPS a cui dovranno essere potenziate e migliorate le capacità informatiche e gestionali per evitare la situazione imbarazzante di qualche giorno fa. Bisogna anche, al più presto, sempre per i lavoratori autonomi, per il popolo delle partite IVA, ampliare l'indennità fino a 800 euro, 600 euro sono davvero troppo esigui. Oltre ai mutui e ai versamenti fiscali bisogna rimodulare le utenze, come luce, acqua e gas, chiedendo ad ARERA, all'Autorità, di introdurre tariffe agevolate, anche rese più semplici dal recente crollo dei prezzi dell'energia. Bisogna dare ulteriore ossigeno alle imprese, cominciando ad estendere il credito d'imposta per le spese di affitto anche ai laboratori, agli studi privati, agli alberghi, alle categorie C3, A10 e D2. Occorre inoltre aiutare i piccoli proprietari, eliminando la tassazione dei canoni non percepiti, e trovare nuove fonti di capitale di rischio per le PMI, magari aumentando anche la soglia annuale dei piani individuali di risparmio per mobilitare una quota maggiore del risparmio privato italiano. I cittadini che hanno acquistato un abbonamento di trasporto pubblico o ferroviario senza poterlo usare devono essere rimborsati, mentre i comuni non devono essere obbligati a pagare i servizi di trasporto scolastico non effettuati. Nel campo della giustizia va bene introdurre la modalità telematica, ma assolutamente non per i procedimenti penali. Le misure adottate per i detenuti vanno nella giusta direzione, ma servono piani per il contenimento del virus sul modello di quanto previsto all'epoca per i casi di AIDS. Ad ogni modo, è inaccettabile che siano avvenute così tanti morti tra i detenuti a seguito delle rivolte nel mese scorso; continuiamo a chiedere le dimissioni dei vertici dell'amministrazione penitenziaria. Sul fronte dei prestiti bancari alle imprese garantite dallo Stato è fondamentale evitare che la liquidità di emergenza venga usata dalla banca erogatrice per rientrare da debiti o scoperti pregressi, beneficiando così indebitamente di garanzie statali e impedendo all'azienda di accedere alla liquidità necessaria per far fronte alla crisi.
Mi permetta anche di spendere un minuto sulle misure del “Cura Italia” per gli italiani all'estero. Per gli italiani all'estero infatti sono stati fatti degli ottimi passi avanti durante la lettura al Senato del “Cura Italia”: sono stati stanziati nuovi fondi per l'assistenza consolare ai cittadini italiani residenti all'estero in difficoltà, 4 milioni di euro per facilitare il rientro o aiutarli in loco in casi di gravi situazioni di indigenza. Sono inoltre grato al lavoro della Farnesina e del Governo per i tanti voli speciali organizzati dall'Alitalia in queste settimane per rimpatriare tanti, tantissimi connazionali rimasti bloccati all'estero. Ovviamente la prima linea di protezione per gli italiani residenti all'estero devono essere le tutele sociali dello Stato in cui si risiede e a cui si sono versate le tasse negli ultimi anni, esiste però un problema sul quale vorrei portare l'attenzione del Governo, ovvero la situazione di quei cittadini italiani che si sono stabiliti all'estero da troppo poco tempo per aver maturato i requisiti per beneficiare delle tutele sociali del Paese di residenza ma già registrati all'AIRE, l'anagrafe italiani all'estero, e che quindi rimangono esclusi dalle misure di sostegno anti-COVID italiane. Per questi casi è urgente pensare a delle forme di aiuto, magari con la modifica degli strumenti di sostegno esistenti quali il reddito di emergenza, e includere questa piccola ma importante categoria di lavoratori in difficoltà. Non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B, non dobbiamo lasciare nessuno indietro, AIRE o non AIRE.
In termini di sostegno al made in Italy, occorre anche valorizzare il ruolo delle Camere di commercio italiane all'estero, che possono dare un grande contributo per l'internazionalizzazione del made in Italy, come richiamato dall'ordine del giorno approvato al Senato da partiti di maggioranza e opposizione. È davvero un peccato non essere riusciti ad aggiungerlo qui alla Camera, confidiamo in prossimi provvedimenti.
Presidente, guardando all'insieme del provvedimento, io vedo una prima risposta energica a questa crisi inaspettata, e duole constatare l'atteggiamento delle opposizioni: Lega e Fratelli d'Italia hanno dichiarato già qualche giorno fa che avrebbero votato contro questo decreto. Io spero davvero che oggi abbiano cambiato idea. Sarebbe davvero incomprensibile da parte loro votare contro un provvedimento che porta 4 miliardi al Servizio sanitario nazionale e 11 miliardi per sostenere salari e posti di lavoro e indennità ai lavoratori autonomi in mezzo a una crisi come questa. Tutto è perfettibile, e bisogna sempre fare di più e meglio, ma ricordiamoci che siamo in mezzo a un'emergenza, ricordiamoci che il “Cura Italia” è stato licenziato prima della modifica della disciplina sugli aiuti di Stato da parte della Commissione europea e prima del lancio del nuovo programma PEPP della Banca centrale europea sul mercato dei titoli di Stato, e che quindi un'opposizione al “Cura Italia” è onestamente incomprensibile.
Addebitare tutto al mancato accordo ieri sera in Commissione è una scusa, dato che entrambe le formazioni politiche avevano già dichiarato il loro voto contrario giorni fa. Presidente, nel mio intervento sono rimasto sui temi del provvedimento, ma mi lasci finire con due considerazioni di ordine politico più generale: a questo provvedimento ne seguiranno altri di natura economica, il DL “Liquidità” e il cosiddetto decreto Aprile, tre mini finanziarie, che faranno lievitare nei prossimi anni il nostro debito pubblico verso il 150, il 160, speriamo di no, ma forse il 170 per cento del PIL, a fronte di una contrazione del nostro PIL stimata per ora all'8 o al 9 per cento: se confermata, la peggior contrazione del dopoguerra, ben peggiore di quella del 2009, dove si registrò una contrazione del 5,3 per cento, una crisi che inoltre porta con sé dinamiche deflattive, come indica il crollo del prezzo del petrolio di qualche giorno fa, diventato negativo per la prima volta nella storia, con conseguenti gravi implicazioni per il peso reale del nostro debito pubblico. E' quindi giusto ora intervenire a sostenere lavoratori e imprese, trasferendo temporaneamente risorse dal settore pubblico al settore privato, per combattere la crisi con politiche anticicliche, ma dopo l'emergenza, dopo la fase 2, nella fase 3 sarà vitale avviare il nostro Paese sulla via del risanamento, con un forte senso di responsabilità, per evitare che il costo della crisi ricada ancora di più sulle spalle delle generazioni future e permettere al Paese di risparmiare risorse utili per combattere le crisi; esattamente il contrario di quello che è accaduto negli ultimi due anni: nell'ultimo anno con la Lega al Governo, dove appunto la Lega al Governo ha buttato oltre 20 miliardi di euro in politiche inique e sbagliate, come appunto “quota 100”, risorse che oggi si sarebbero rivelate molto utili per combattere le crisi. Spero davvero che gli italiani capiscano che con i populisti al Governo non si è riparato il tetto mentre splendeva il sole, non si è risparmiato in era di vacche grasse. Infine, come dicevo poco fa, per finanziare tutte le misure finora descritte, lo Stato si dovrà indebitare in modo ingente. Occorre però evitare che il costo del debito aumenti in modo tale da restringere le condizioni finanziarie, avviando una fatale stretta creditizia. E' vero che la BCE sta svolgendo un ruolo fondamentale su questo fronte, con un programma di supporto senza precedenti, che prevede appunto l'acquisto ogni giorno di quasi un miliardo di euro del nostro debito pubblico, ogni giorno, un programma senza il quale il nostro Paese sarebbe già in crisi finanziaria, se non in bancarotta, ma questo non è abbastanza per rassicurare gli operatori economici. Serve un'ulteriore iniezione di fiducia nel sistema e per questo è giusto poter far ricorso alle risorse comuni, agli strumenti messi a disposizione dall'Unione, dall'Unione europea, a cui l'Italia ha diritto, soprattutto dopo le importanti modifiche apportate all'ultimo Eurogruppo del 9 aprile. Per questo motivo, ben venga l'utilizzo del nuovo MES se necessario, ben venga il programma SURE a sostegno della nostra cassa integrazione, ben venga il Recovery Fund, il fondo per la ricostruzione economica e il sostegno della BEI, la Banca europea per gli investimenti, tutte fonti di finanziamento meno care che il ricorso al mercato. In altre parole, Presidente, l'Italia non è sola, può contare sul sostegno dell'Unione, come dimostrano le iniziative senza precedenti adottate nelle ultime settimane. Non è il momento né di ultimatum né di invettive e nemmeno di propaganda, ma della responsabilità e del buon senso, la ringrazio.