Italia Viva si è battuta fermamente per mantenere l'esenzione dall'Imu dei nostri pensionati all'estero. Ma il Governo è stato costretto a cancellarla, ripristinando questa tassa con la "nuova Imu", per chiudere i rilievi comunitari in vista di un'imminente procedura d'infrazione da parte dell‘Europa. La Commissione Europea ha infatti individuato il vecchio regime di esenzione come discriminante nei confronti dei cittadini degli altri Stati membri dell’Unione Europea e quindi in contrasto con l’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) che così recita “Nel campo di applicazione dei Trattati, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità.
Per cui, a causa di questa infrazione e del perdurante silenzio dell’Italia ai rilievi che le erano stati mossi, la Commissione Europea - lo scorso gennaio - ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia. È vero che la Commissione europea ha lamentato una condizione di disparità tra i pensionati italiani e quelli di altra cittadinanza, possessori di immobili in Italia. Ma in Commissione Bilancio al Senato si sarebbe potuto far decadere questa procedura di infrazione se solo fosse stato approvato l‘emendamento presentato dal Gruppo Italia Viva, finalizzato a superare l’impasse estendendo l‘esenzione anche ai pensionati di origine europea e mi stupisce che il Sottosegretario Merlo del MAIE non abbia lavorato, d'intesa con la maggioranza, per evitare questo aggravio fiscale ai danni degli italiani pensionati all'estero. Per fortuna il Governo ha dato nella nottata parere favorevole ad un mio ordine del giorno, sottoscritto anche dal collega Caré, che lo impegna a valutare l'opportunità di individuare d'intesa con le norme europee nuove forme di esenzione per i possessori italiani ed europei di casa in Italia ma residenti all'estero, arrivando infine ad estendere l'esenzione del canone RAI per gli stessi.