Il mio intervento alla Camera contro le mine anti-uomo

L'Italia sulla carta ha fatto molto sul fronte del contrasto alla disseminazione di mine antiuomo e bombe a grappolo. Benché primi anni '90 fosse uno dei primi produttori al mondo, il nostro paese ha poi aderito alle convenzioni di Ottawa nel 1997 e di Oslo nel 2008 che ne vietano la produzione.

Ma da oltre 10 anni il Parlamento non riesce ad approvare una legge che vieta il finanziamento di aziende che producono mine antiuomo e bombe a grappolo, di cui oggi sono relatore. La legge impone il divieto alle banche e ai fondi di investimento e chiede alla Banca d'Italia di stilare una lista dei produttori da monitorare, come fanno altri paesi europei.

In teoria nulla di particolarmente esoterico eppure, dopo appunto 10 anni e 4 passaggi parlamentari (e dopo essere stata approvata all'unanimità in Commissione per ben 2 volte) continuano ad arrivare dai Ministeri pareri 'tecnici' negativi abbastanza paradossali (si citano costi non trascurabili per le casse dello stato, il rischio di infrazione europea, ecc) che in questo mio intervento in discussione generale alla Camera provo a smontare.

In questo articolo di Avvenire a firma di Luca Liverani riassume la vicenda riprendendo alcune mie dichiarazioni del mio intervento alla Camera.