l'Italia deve avviare misure strutturali di politica energetica

L'informativa del Presidente Draghi sulla guerra in Ucraina oggi ci ricorda quanto sia importante per l'Italia avviare serie misure strutturali di politica energetica per ridurre la nostra dipendenza dall'estero e in particolare dal gas russo.

Partiamo dai numeri: il prezzo del gas è aumentato di 9 volte rispetto ad un anno fa, quello dell’elettricità di 4 volte. Il caro-bollette riguarda tutto il mondo, è vero, ma lascia l’Italia particolarmente vulnerabile. La nostra produzione di energia elettrica avviene principalmente con le centrali a gas, che importiamo per il 95% dall’estero. Il 45% del nostro approvvigionamento proviene dalla Russia, e la crisi internazionale non aiuta i prezzi, anzi.

Diventa quindi fondamentale diversificare le fonti di approvvigionamento. Algeria e Libia sono due Paesi fondamentali da questo punto di vista, a cui si è aggiunto l’Azerbaijan grazie al TAP, nonostante la cieca irrazionalità e contrarietà del Movimento 5 Stelle. Ma servono investimenti per costruire rigassificatori che permettono l’importazione di gas liquefatto da Stati Uniti, Australia e dai Paesi del Golfo. Aumentare l’energia prodotta da fonti rinnovabili è una soluzione che porterebbe ad un duplice risultato: ridurre la nostra dipendenza dall’estero e dai gas clima-alteranti. Gli ultimi decreti del Governo hanno semplificato le procedure per l’installazione del fotovoltaico e altre fonti di energia rinnovabile. L’ultima asta di gennaio ha assegnato 1,5miliardi di Gigawatt, contro una media di 0,4 degli ultimi due anni. La messa in sicurezza comunque è ancora lontana.

Mentre aumentiamo questa produzione è altrettanto necessario aumentare quella di gas nazionale. A parità di impatto ambientale è meglio usare quello di produzione interna, per essere meno vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati. Negli ultimi anni abbiamo fatto l’opposto: se nel 2000 producevamo 17 miliardi di metri cubi, nel 2020 solo 3, per un fabbisogno pari a 70. Invertire questa tendenza è necessario: investire nei giacimenti esistenti e nei siti di stoccaggio.

È inoltre doveroso razionalizzare il nostro consumo di energia, riducendolo e ottimizzandolo. Su questo fronte l’efficientamento energetico dei processi produttivi, dei trasporti, delle nostre case è imprescindibile ed è necessario perseguirlo con i vari bonus edilizi introdotti in questi ultimi anni. Oltre a queste misure emergenziali e strutturali, serve una seria riflessione sul modello di approvvigionamento energetico che vogliamo per il nostro paese nel lungo termine. Siamo un Paese trasformatore che fin dagli anni ‘70 soffre cronicamente delle varie crisi energetiche che si susseguono. In passato ero un fervente sostenitore dell’energia nucleare, ma mi rendo conto dei seri problemi di fattibilità che esistono oggi. Serve una presa di responsabilità da parte della politica e dei cittadini. L’energia ci serve e non possiamo fare finta di ignorare il problema.