Reazionaria, impegnata nel promuovere un’agenda politica piuttosto che adempiere al proprio compito super partes: la Corte Suprema plasmata dal populismo di Donald Trump e dei Repubblicani ha dichiarato guerra ai diritti delle donne e delle minoranze.
Prima la cancellazione del diritto all’interruzione di gravidanza, impedendo alle donne di decidere liberamente sul proprio corpo. Oggi la decisione che limita il potere del Governo di stabilire il tetto massimo di emissione dei gas serra degli impianti energetici, di fatto frenando la capacità degli USA di combattere il surriscaldamento globale e il cambiamento climatico.
Sappiamo già quali sono gli altri obiettivi: l’uso dei contraccettivi, i diritti LGBTQ+, il matrimonio ugualitario, difesa del 2nd amendment e del porto d’armi e chissà cos’altro. In un Paese così polarizzato ci si aspetterebbe maggiore maturità da parte delle Istituzioni. Invece, con le sue decisioni, la Corte Suprema sta ulteriormente spaccando l’opinione pubblica e soffiando sul fuoco delle divisioni, dando un grave contributo ad uno scontro politico e culturale che può compromettere il futuro degli Stati Uniti.