Il Decreto sicurezza bis approvato poco fa è un un’altra delle bandiere sventolate dal “Ministro della paura”, Matteo Salvini. Si tratta di un insieme di norme di pura propaganda, con profili di illegittimità costituzionale che paradossalmente non risolve gli errori del primo Decreto Salvini e a farne le spese sono gli italiani nella Penisola e all'estero sempre più numerosi. Si pensi, ad esempio, alla questione aperta delle targhe estere soggette a reimmatricolazione obbligatoria per i lavoratori transfrontalieri, ai tempi insensatamente raddoppiati per la definizione delle pratiche di acquisizione di cittadinanza per matrimonio o ai requisiti troppo stringenti per la certificazione linguistica B1: un’ulteriore disparità che nasce dall’automatismo del principio dello ius sanguinis che regola la nostra legge sulla cittadinanza concessa con facilità magari a chi non parla italiano ma ha un trisavolo connazionale. Infine è un provvedimento immorale e che non interviene sulla necessità di sicurezza del Paese: lotta alla mafia e al terrorismo, al lavoro nero e al caporalato e paradossalmente non interviene efficacemente per mancanza di risorse sufficienti nemmeno sul tema dei rimpatri o di interventi per la crisi libica, non aumenta i fondi per l’accoglienza e nemmeno per l’integrazione – dopo la cancellazione degli Spraar e l’inumana nuova previsione di onerose multe per chi salva vite in mare in barba alle convenzioni internazionali e all’Art.10 della Costituzione Italiana e attribuisce al Ministro dell’Interno potere di vita o di morte nel Mediterraneo.
Un insulto all'emigrazione italiana all'estero, alla nostra storia e alla nostra cultura, proprio per i milioni di italiani emigrati nel mondo per i quali noi chiedevamo in passato politiche di accoglienza e integrazione che oggi disconosciamo e per di più in barba alle denunce dell'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e agli accordi SAR SOLAS – UNCLOS. Una legge voluta da un Ministro che invece latita in Parlamento, che rifiuta di venire per riferire sui presunti finanziamenti illeciti che la Lega avrebbe ricevuto da pseudo-democrazie come la Federazione Russa.