Dalle prigioni della Mauritania alle carceri del Venezuela, sono oltre tremila gli italiani detenuti all'estero, la maggior parte in Europa ma anche in paesi lontanissimi. Colpevoli o innocenti, spesso scontano la pena senza alcuna tutela dei diritti umani. Sovente privati di beni di prima necessita', costretti a vivere in celle sporche e sovraffollate, non di rado vittime di ingiustizie e corruzione.
E spesso doppiamente puniti perche' vittime di storie che istituzioni e opinione pubblica dimenticano. Vicende di cui si occupa da anni l'associazione "Prigionieri del Silenzio" e di cui si e' interessato con forza e lealta' il senatore Luigi Manconi nella passata Legislatura e che io con un primo atto di sindacato ispettivo sul tema desidero riportare all'attenzione del neo eletto Parlamento della Repubblica.Ho infatti gia' presentato un'interrogazione sugli italiani detenuti all'estero ai ministri degli Affari Esteri e della Giustizia - avverte - affinche' si valuti con estrema urgenza l'istituzione presso i rispettivi dicasteri e per quanto di competenza, di un ufficio di collegamento interministeriale a supporto delle nostre missioni diplomatiche all'estero allo scopo di dare piena applicazione a tutela dei nostri connazionali detenuti all'estero alla "Convenzione sul trasferimento delle persone condannate", adottata a Strasburgo il 21 marzo 1983 e gia' ratificata dal nostro Paese.