Non ho votato la riforma per il taglio parlamentari perché umilia rappresentanza democratica italiani all'estero

Aiuterò il collega Giachetti per raccogliere firme referendum costituzionale.
Sin dal mio primo giorno alla Camera mi sono battuto per difendere un’adeguata ed efficace rappresentanza democratica nel Parlamento Italiano, anche per rispettare lo spirito bipartisan con cui è nata la legge Tremaglia nel 2001 e che vide nel 2006 i primi deputati e senatori eletti all’estero. Per questo oggi, per trasparente coerenza e in dissenso dal mio gruppo, ho deciso di non partecipare al voto della Camera. Le ragioni per cui nelle passate tre letture della riforma Fraccaro ho votato no, anche dopo miei numerosi interventi in Aula alla Camera, iniziative pubbliche, petizioni firmate da migliaia di italiani all'estero, flashmob nel Regno Unito e in Germania non sono oggi venute meno: la nuova riforma costituzionale disegna un assetto costituzionale sbagliato, non fa risparmiare granché, è penalizzante soprattutto per gli italiani all’estero. 

Già oggi gli eletti all’estero danno voce a molti più elettori che i loro colleghi eletti in Italia, per la precisione quattro volte di più. Con la riforma ogni deputato dovrà rappresentare oltre 700 mila italiani all’estero. Una follia. E da domani aiuterò subito il collega Roberto Giachetti alla raccolta delle firme necessarie per il referendum costituzionale contro questa riforma senza senso.