Riforma Petrocelli lede diritto di voto degli italiani all'estero.

La riforma del voto per gli italiani all’estero proposta dal Senatore Vito Petrocelli, Presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama, è sbagliata e non considera le caratteristiche fondative delle numerose comunità di italiani all’estero, per di più ledendo i diritti dei nostri connazionali nel mondo. Con essa infatti si introducono alcune punti critici rispetto alla legge vigente: l’inversione dell’opzione, prevista non più per chi voglia votare in Italia ma per chi intenda votare all’estero; l’estensione della normativa degli iscritti all’AIRE ai temporaneamente all’estero; il ritorno all’esclusività dell’elettorato passivo per i residenti all’estero iscritti all’AIRE; l’ineleggibilità dei membri dei COMITES e del CGIE; la delega al governo per l’adozione di metodologie di voto elettroniche, da esercitare entro un anno.

Di più lo strumento previsto dell’inversione dell'opzione, con un registro degli “elettori aventi diritto al voto estero”, dove ci si deve iscrivere 45 giorni prima della data dei comizi elettorali, produrrà un sicuro crollo della partecipazione al voto. Fornendo così un buon pretesto per abolire il voto all’estero in futuro e questo infatti pare essere il non tanto celato secondo fine della proposta Petrocelli. Da ultimo l’ineleggibilità di consiglieri Comites e Cgie priverebbe le nostre Istituzioni rappresentative di rappresentanti di grande esperienza e conoscenza delle molteplici realtà degli italiani all’estero nel mondo. Insomma una riforma sbagliata, discriminatoria e lesiva dei nostri diritti di italiani fuori dalla Madrepatria.