Sì alla proroga della Brexit, no al veto di Salvini in Europa.

Ho ribadito al Presidente del Consiglio Conte che la questione Brexit è un processo storico, inedito e di primaria importanza per l’Italia. Non solo per gli oltre 700.000 italiani residenti in Gran Bretagna ma per ragioni evidentemente politiche ed economiche che l’Italia deve tutelare. Ed è reale interesse dell’Italia concedere un rinvio al 30 giugno 2019 degli effetti dell’Art.50, richiesto oggi da Theresa May, votando favorevolmente assieme agli altri partner europei al Consiglio Europeo di domani. Un’uscita dall’Europa ordinata e un atteggiamento solidale verso un paese amico è poi un’opportunità per tutto il nostro continente.
In queste ore Arron Banks, uno tra i maggiori promotori e finanziatori della campagna referendaria per uscire dall'Unione europea nel 2016, ha chiesto alla Lega di Salvini di porre un veto all'eventuale richiesta di proroga. 

Un errore che rischia di minacciare, per il ritorno dei dazi su alcune categorie di prodotti, un settore di punta del nostro export, ovvero quello dell’agroalimentare che - secondo Coldiretti - registra forniture dall’Italia al Regno Unito per oltre 3,4 miliardi di euro solo nel 2018. “Infine è necessaria chiarezza sullo stato dei piani bilaterali del Governo per affrontare l’eventualità di un “no deal”: di quante unità esattamente verranno rinforzati i nostri consolati? da tempo già allo stremo e di quante unità verranno rinforzati i controlli doganali in porti e aeroporti? E come si agirà per evitare una nuova "windrush" italiana, evitando così discriminazioni dei nostri connazionali in possesso del nuovo permesso di residenza (settled status) e verso quelli che ne sono sprovvisti? da ultimo sarà consentito agli italiani residenti in UK di votare nei consolati alle prossime elezioni europee di fine maggio? Il Governo ha il dovere di farlo sapere al Parlamento e ai nostri connazionali nel Regno Unito.