False e pretestuose le accuse verso George Patrick Zaky, attivista egiziano di 27 anni e studente dell’Università di Bologna detenuto da quattro giorni nel carcere di Mansoura dove, secondo quanto riportano le dichiarazioni del suo avvocato, è stato torturato e picchiato. Come nella vicenda di Giulio Regeni i fatti dimostrano che l’Egitto non è da tempo un paese sicuro, non rispetta i diritti umani, pratica la tortura e le esecuzioni sommarie nei confronti di chi osa esprimere dissenso pubblicamente o anche verso chi è solo sospettato di farlo.
Il Governo italiano deve intervenire non solo perché Patrick ha espresso il suo dissenso verso il Governo egiziano mentre studiava in Italia ma per dar seguito alle posizioni che il nostro Paese ha sempre assunto in ambito internazionale a difesa dei diritti umani e sui quali si fonda l’ordinamento della nostra Repubblica. Non è una questione interna all’Egitto come Il Cairo vuole far credere all'opinione pubblica.