Serve l'imposta negativa!

L’imposta negativa a favore dei redditi bassi per incentivare il lavoro e l’emersione La struttura dell’IRPEF dovrebbe prevedere due elementi fortemente innovativi:

i) un minimo esente – non semplicemente una no tax area, ma una soglia di reddito che viene esclusa da tassazione in quanto corrispondente a ciò che serve per “sopravvivere” - che aiuterebbe a dare maggiore progressività al sistema pur senza aumentare il numero delle aliquote e degli scaglioni;

ii) un sistema di imposta negativa crescente con il livello di reddito dichiarato prendendo spunto dall’esperienza positiva dell’Earned Income Tax Credit degli Stati Uniti per coloro il cui reddito annuo sia inferiore alla soglia del primo scaglione IRPEF. In questo modo la nuova curva delle aliquote marginali effettive premierebbe l’offerta di lavoro e spingerebbe sempre più contribuenti a dichiarare di più. Sarebbe importante che tali innovazioni fossero poi opportunamente coordinate con gli altri istituti attualmente presenti nel nostro sistema di welfare. Al fine, ancora una volta, di mettere al centro di tutto l’incentivo al lavoro e la crescita economica, altro che reddito di cittadinanza o aumenti di tasse.

Questa è la vera proposta riformista di cui abbiamo bisogno in un paese con bassa occupazione e una enorme economia sommersa come il nostro, come hanno fatto oltre agli Stati Uniti anche la Francia e il Regno Unito. Negli ultimi anni con il Bonus Renzi abbiamo ridotto il cuneo fiscale a sostegno dei lavoratori dipendenti con redditi medi (talmente criticato allora che invece di abolirlo è stato poi ampliato da 80 a 100 euro…), ora è il momento di aiutare chi lavora ma magari fatica ad arrivare a fine mese.