E' noto che i cittadini italiani che trasferiscono o hanno trasferito la residenza in uno Stato con il quale non è in vigore alcuna convenzione con l’Italia, perdono il diritto all’assistenza sanitaria sia in Italia che all’estero. Inoltre, colui che ha acquisito la cittadinanza italiana sul territorio nazionale, nato in Italia, o un titolare di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani, e rientri temporaneamente in Italia senza avere una copertura assicurativa pubblica o privata, ha diritto, a titolo gratuito alle prestazioni ospedaliere urgenti per un periodo massimo di 90 giorni all’anno.
Considerando i gravi effetti della pandemia COVID19, anche sulla mobilità tra stati, è evidente che la somministrazione di un vaccino contro il COVID19 rappresenti una prestazione sanitaria urgente. Per questa ragione ho chiesto, con un’interrogazione scritta al Ministro della Salute, che anche gli italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE, temporaneamente in Italia, possano rientrare nella campagna vaccinale COVID19 in corso nel Paese.