Viminale e Farnesina chiariscano termini di rigetto di domande di cittadinanza pre - Decreti Salvini.

Secondo quanto si apprende anche da numerose segnalazioni ricevute dal sottoscritto così come dal Consolato Generale d’Italia di Londra vi sarebbero alcune anomalie circa il sistema di caricamento in rete e il rifiuto di moltissime domande di rilascio di cittadinanza italiana pre decreti Salvini.

Molte domande rigettate risultano infatti essere precedenti anche all’entrata in vigore del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, coordinato con la legge di conversione 1º dicembre 2018, n. 132, (Decreto Salvini) e successive modificazioni che hanno innovato radicalmente l’accesso, i costi e i tempi di valutazione per la domanda di ottenimento della cittadinanza italiana.

Inoltre risulta che vi sia poi un numero di domande non evase prima dell’entrata in vigore delle nuove norme ma de facto valutate secondo le prescrizioni normative del Dl Sicurezza- quindi più restrittive – e quindi rigettate.

 

Di più la concomitanza della Brexit ha poi favorito una forte pressione sui sistemi e sugli uffici consolari di tutta la Gran Bretagna di connazionali e aspiranti tali anche al fine dell’ottenimento di un passaporto comunitario. Per queste ragioni ho presentato al Ministro degli Interni e degli Esteri un’interrogazione in Commissione, sottoscritta anche dal collega Gennaro Migliore, affinché si chiariscano i fatti e le modalità di rigetto di alcune domande presentate nel periodo che potremmo definire transitorio.

Infatti secondo quanto definito nella sentenza del Consiglio di Stato (445/2012) vi sarebbe una violazione del principio dell'affidamento del privato in caso in cui il procedimento si sia concluso in ritardo esponendo il cittadino alle sopravvenienze normative peggiorative, perché quest'ultimo avrebbe confidato in prima istanza nell'accoglimento della domanda perché presentata secondo le regole dettate al momento di presentazione della stessa.