Referendum e regionali, un commento a caldo.

È finita 70 a 30 per il Si. Continuo a pensare che sia una riforma sbagliata, ma gli italiani hanno votato: viva la democrazia, si volta pagina. Un risultato in linea tutto sommato con gli ultimi sondaggi. Mi sembra anzi che il No sia andato meglio delle aspettative di poche settimane fa, quando i sondaggi lo davano al 5-15%. Nelle ultime settimane è cresciuto fino al 30%, un livello impensabile se ricordiamo che alla Camera il 97% dei deputati presenti e l’88% dei deputati aventi diritto avevano votato a favore.
Prima di commentare l'esito del voto all'estero, vi segnalo che sono state annullate quasi 100mila schede (1,057,000 i votanti), un numero gigantesco e assolutamente scandaloso, che rende ancora più urgente la riforma del voto all'estero, spero ora inevitabile a seguito dell'approvazione della riforma costituzionale.
All'estero il No si è fermato al 20%. Un risultato paradossale, se si pensa che saranno proprio gli italiani all’estero, già oggi sottorappresentati, a subire per primi il taglio della rappresentanza. Paradossale ma non del tutto sorprendente. In Italia i numeri dell’emigrazione sono riesplosi negli ultimi 10 anni e spesso sono proprio gli ultimi arrivati ad essere i più disillusi se non rancorosi verso l'Italia, le sue istituzioni e la sua classe politica, considerati, a torto o a ragione, come i responsabili del loro esilio, una decisione spesso vissuta come una scelta obbligata. È infatti indicativo che proprio nel paese di maggiore afflusso di questi ultimi anni, la Germania, il No non va oltre il 15% (idem in Svizzera) e anche nell’altro paese di maggiore afflusso, come il Regno Unito, il No riscuote meno voti che in Italia (il 24%), mentre comunità più antiche e radicate, dove l’afflusso è stato nullo o negativo negli ultimi anni, hanno reagito diversamente (prendo come esempio l'Argentina o il Venezuela dove il No va oltre il 30%). All’estero esistono meno occasioni di confronto a causa della minore copertura dei media italiani. Se ci aggiungiamo inoltre la pausa estiva, il voto anticipato degli italiani all’estero, l’impossibilità di svolgere iniziative pubbliche in molti paesi per via del Covid19 diventa più facile capire l’oggettiva difficoltà del fronte del No per far sentire le proprie ragioni e spiegare in parte per quale motivo il No non è riuscito a crescere nelle settimane prima del voto come in Italia.

Interessante notare invece come il No abbia raggiunto risultati migliori tra i giovani e perfino sfiorato il 50% tra i giovanissimi, forse hanno capito che a lungo andare saranno loro a scontare gli effetti negativi di questa riforma. Speriamo che questa sia l’ultima manifestazione della deriva antipolitica e che da oggi si riprenda il cammino delle riforme, quelle vere. Ho i miei dubbi ma spero di sbagliarmi.
Sul lato delle elezioni regionali mi sembra importante notare alcune cose. Salvini è stato battuto e il suo progetto nazionale fallisce: non sfonda in Toscana e in tutto il Sud la Lega non arriva a due cifre. Perdiamo le Marche, è vero, ma il colpo d’arresto a Firenze ha un significato profondo sul sentiment in un periodo storico di grande volatilità elettorale. Merito della coalizione sostenuta da Italia Viva e PD e di un candidato scelto da Matteo Renzi. Non decolla il patto PD-M5S come dimostra ampiamente il risultato in Liguria. Per Italia Viva si tratta del battesimo del fuoco. In 4 regioni su 7 Italia Viva raccoglie un risultato superiore ai sondaggi nazionali (Campania, Val d’Aosta, Toscana e Marche), nelle altre 3 regioni un risultato inferiore (Veneto, Puglia e Liguria): Italia Viva è stata premiata quando correva in coalizione, penalizzata quando correva da sola. La radicalizzazione ci ha penalizzati. Nello scontro tra civiltà politiche come quello in atto nel nostro paese evidentemente le buone idee e l’integrità morale dei candidati contano meno dell’adesione morale a un determinato campo politico. Hanno vinto tutti i Presidenti di Regione uscenti grazie alla visibilità offerta dalla crisi del Covid: Zaia, De Luca, Toti, Emiliano. Le loro liste personali hanno avuto risultati fortissimi, a volte doppiando il partito di riferimento come nel caso di Zaia.
Alle elezioni comunali sono stati raggiunti dei risultati importanti. Congratulazioni a Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, Franco Ianeseli, sindaco di Trento, Mattia Palazzi, sindaco di Mantova, sostenuti da Italia Viva. Complimenti a Stefano Barozzi riconfermato sindaco di Mori (Trentino) e in bocca al lupo a Giuseppe Falcomatà per il ballottaggio a Reggio Calabria!
Che dire quindi di Italia Viva? Che è viva. Che sicuramente avrei voluto di più, ma che a un anno dalla nascita, per un nuovo partito con un simbolo nuovo, ostacolato da pandemie, fango mediatico, inchieste giudiziarie poi sfociate nel nulla, il test è più che positivo. Avanti!